“Nella strada poche persone rimasero ferite per la caduta di pietre, nessuna mortalmente, ma circa 212 persone miseramente perirono nelle case o nelle chiese per il crollo dei tetti mal fatti, troppo pesanti o già lesionati (Mercalli 1906)”
Per ricostruire la vicenda secolare di Ercolano ha preso forma in questi giorni la conferenza “Cent’anni… storia, valori, tradizioni per un nuovo sviluppo turistico sostenibile sulla costa del Vesuvio”, che ha tracciato il percorso dall’eruzione del Vesuvio nel 1906 ad oggi, intesa a valorizzare, coordinare e animare patrimoni e testimonianze riguardanti i paesi vesuviani. Tra le strategie che Giovanni Macedonio, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha indicato come maggiormente efficaci, particolare importanza è stata data alle tecnologie, che giocheranno un ruolo fondamentale, controllando ogni singolo processo in atto all’interno del vulcano, affinché si scongiurino possibili scenari disastrosi.
L’eruzione del 1906 ebbe effetti devastanti sui paesi vesuviani letteralmente invasi da flussi lavici che decretarono la decapitazione del Vesuvio, provocando violente esplosioni. L’amore per queste zone, tuttavia, si ritrova nella volontà dei suoi abitanti a voler rimanere ancorati alle loro tradizioni, al passato che, se per un lato è stato difficile, oggi è il fattore più importante che esiste intorno a questa terra. Una realtà tipicamente locale, quella di convivere con il Vesuvio, radicata sul territorio e ad esso legata in modo indissolubile.
Nello stesso tempo chiunque visiti Ercolano rimane colpito dai suoi misteri, dalla violenza subita nel momento più tragico della sua esistenza, dei corpi catturati nel tempo e sospesi in bilico per serbare memoria. Si tratta di un ulteriore momento di riflessione offerto dalla proiezione del documentario de La Macchina del Tempo sui giorni terribili del 79 d.C. seguito dal dibattito moderato da Alessandro Cecchi Paone.
In questo contesto si è inserita l’iniziativa illustrata da Francesco Escalona, Responsabile del PIT “Pompei-Ercolano e sistema archeologico vesuviano”, che ha l’intento di avviare un progetto per soddisfare esigenze di nuove tecnologie, di servizi innovativi, di strutture e di strumenti in grado di rispondere a domande sociali sempre più complesse, in modo efficace attraverso l’individuazione di aree di recupero e restauro dei beni culturali esistenti e finalizzati alla creazione di un progresso sostenibile che consenta, inoltre, la realizzazione della reale accoglienza turistica nella zona del Parco del Vesuvio, come ampiamente spiegato dal suo direttore, Amilcare Troiano.
Siamo nel luoghi di produzione di pregiati prodotti tipici. Ricco di risorse culturali, storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Non a caso la cultura e i suoi beni sono un tema significativo in queste zone. Fabrizio Barca, rappresentante del Ministero di Economia e Finanze, ha sottolineato la precisa identità e la caratteristica che possiede ogni comune con l’obiettivo di valorizzarle e assicurare una crescita equilibrata, al fine di essere realmente di servizio alle imprese, con una specifica strategia progettuale, contribuendo all’affermazione delle zone vesuviane come terre di cultura.