Un viaggio appassionante attraverso i percorsi conosciuti del Vesuvio ci svela i suoi inesauribili tesori, fatti di storia, tradizioni e risorse umane ineguagliabili.
L’inaugurazione, tenutasi sabato 29 ottobre alla presenza del Presidente della Regione Antonio Bassolino, ha accolto la folla incuriosita e la stampa estera, accompagnandoli attraverso la complessa gamma delle sculture.
Il Comune di Ercolano ha saputo fondere tra loro il fascino del Vesuvio e la ricchezza artistica delle opere in mostra perenne sulle sue pendici. La sua riserva naturale resta un angolo di paradiso per turisti, per mezzo di percorsi guidati, ed animali che lo popolano indisturbati nell’oscurità della montagna che non vedrà luci ai piedi delle statue collocate lungo la strada.
Le tappe ci portano alla scoperta delle peculiari opere d’arte adagiate sul verde vesuviano con tale grazia che sembrano essere lì da sempre e non oggetti di ornamento aggiunti in seguito, intesi ad abbellire o arricchire un territorio stupendo il cui patrimonio artistico, monumentale e paesaggistico, è oggetto di un’attenta opera di conservazione e valorizzazione da parte di Amilcare Troiano, presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Comune e Regione.
Il tema preferito dagli artisti è stato quello dell’uomo, della sua condizione sociale nella famiglia, “Face au Vésuve” di Denis Monfleur (Francia); tutto trasfigurato in linee sinuose de “Il tempo inesorabile” di Johannes Grutzke (Germania) o accenti grotteschi come “Icaro” di Antoni Seguì (Francia-Argentina); della sua dedizione pagana nel “Totem” di Dimas Macero (Portogallo); o la raffigurazione del Vesuvio ne “L’angelo di fuoco” di Alexander Fassianos (Grecia); immaginando il suo corpo ne “Torso del Vesuvio 2005” di Miguel Berrocal (Spagna); un monolite circondato da occhi ne “Listening with the eyes” di Mark Brusse (Olanda); consacrando “Gli occhi del Vesuvio” di Lello Esposito (Italia); rappresentando un passato remoto ne “L’antenato” di Vladimir Velickovic (Francia-Yugoslavia); o, infine, la terra ballerina ne “Terra vivax” di Rùrì (Islanda).
L’entusiasmo e la condivisione di questi obiettivi ha fatto in modo di perseverare nella scommessa coraggiosa dimostrando di aver raggiunto un traguardo importante, non solo per il risultato ottenuto in grado di coinvolgere diversi livelli del sistema turistico, ma soprattutto per il metodo innovativo architettato da Jean Noel Schifano, direttore artistico, che definisce le sculture “Dieci opere come dieci echi universali alla potente grandezza del sito, patrimonio dell’umanità da riscoprire sempre e da amare di più con queste umane e ammirevoli creazioni che ne esaltano le naturali bellezze”. Un itinerario, dunque, estremamente vario e ricco di curiosità, ulteriore e rinnovato invito ad apprezzare ed amare lo splendido sud della nostra penisola, una terra solare e ridente, al tempo stesso fulcro del Mediterraneo, luogo privilegiato di incontro e di dialogo tra culture diverse. Un’attenzione strategica che contribuisce, in maniera significativa, all’ammodernamento del turismo culturale in Campania.