Pochi giorni all’elezione politica. Nasce l’esigenza individuale e il dovere civico di partecipare, in forma attiva, alla vita politica del nostro paese. Ma come decidere chi votare?
Chi può e chi deve rappresentare la volontà del cittadino italiano?
Tale quesito, insito in ognuno di noi, può essere in parte risolto. E’ la rituale attività propagandistica dei partiti, che ne conseguono l’evento, ad essere un valido aiuto per gli elettori. Ma quando nasce la propaganda elettorale?
La propaganda elettorale è un’attività d’origini ben più antiche di quelle che si può pensare. Una trovata politica che risale addirittura ai tempi dell’ antica Roma. E ben pochi sono a conoscenza delle innumerevoli iscrizioni murali, di tipo elettorale, rinvenute nelle città dell’ Impero e, in primis a Pompei.
Prima dell’elezioni, era in uso nella realtà romana riportare sui muri delle abitazioni di ogni candidato un “manifesto elettorale”. I graffiti venivano eseguiti con uno scalpello per l’incisione su pietra e, perfezionati con una punta metallica che serviva ad effettuare lo “sgraffio” (grafia a sgraffio). Ma la propaganda elettorale non si limitava solo a questo. Molti ritrovamenti archeologici fanno pensare che a Pompei, la scelta del candidato politico da votare, veniva facilitata da fattori tutt’altro che di ordine politico! Molte botteghe, oltre ad offrire il servizio di ristoro, facevano propaganda elettorale mediante prostituzione. Tutto avveniva nei piani superiori. Donne di facili costumi, solitamente schiave (greche ed orientali), socializzavano con i clienti. La ricompensa variava dai 2 agli 8 assi. Più che naturale ed ordinario per i peccaminosi romani, sempre ligi ai piaceri della vita. Torniamo a noi.
Morale della favola? La propaganda elettorale, oltre ad avere una vecchia e lunga storia alle spalle, è l’unico elemento che può aiutare noi elettori a capire quale possa e debba essere il futuro del nostro paese in questo complesso teatrino politico. Non ci resta che attendere il 10 Aprile.
Anna Paduano