Sono 138.915 i campani che hanno inserito i curriculum su www.monster.it, il portale leader nella ricerca e offerta di lavoro on line con oltre un milione e 200mila curriculum nel data base, tre milioni di visite mensili e 30mila offerte in media presenti.
Sono 11.344 gli annunci di aziende della regione in cerca di nuovi talenti. Ma nonostante l’assalto al web, secondo l’indagine di Monster, non c’è rispondenza tra interessi e orientamenti formativi e le figure professionali cercate dalle aziende.
La maggioranza di campani disoccupati o che desiderano ricollocarsi sul mercato aspira a una posizione nel settore ingegneristico (il 4% dei curriculum), seguono gli ambiti delle risorse umane (3,6%), amministrativi e pubblicità, marketing e pubbliche relazioni (tutti e due al 3,5%), servizi di consulenza e settore bancario (3,4%).
Le figure professionali più ricercate dalle aziende sono nel 10,6% dei casi nuovi talenti nel settore dell’information technology: un numero elevato di offerte, dunque, a fronte di un solo 3,6% di candidati che presentano attitudini informatiche. La stessa cosa per il settore vendite: a fronte del 9,4% degli annunci di aziende, solo l’1,8% è interessato. I giovani dovrebbero essere quelli che più di altri ricercano, spesso a fatica, una prima occupazione (sono il 26% i curriculum inseriti sul portale), Monster.it ha scoperto però che in Campania il 40% di coloro che stanno cercando lavoro utilizzando il web possiede già un buon bagaglio di esperienza, che desidera rimettere sul mercato.
Nonostante il forte interesse per il web, la Campania non è ancora approdata nella Borsa nazionale del lavoro, nata a luglio 2005 in seguito ai decreti di applicazione della riforma Biagi.
La Borsa del lavoro (www.borsalavoro.it) è un servizio realizzato dal ministero del Lavoro per l’incontro domanda-offerta basato su nodi regionali che cooperano attraverso un canale ministeriale di integrazione delle banche dati. La Campania, terza nella classifica di Formez e Censis sui siti dei centri per l’impiego e con 69mila disoccupati che secondo l’Istat hanno anche smesso di cercare, in Borsa finora non è approdata per problemi tecnici ma anche di diffidenza per alcuni punti della riforma Biagi.
(Fonte: Newmedia srl)